Luigi Bartolini e gli acquafortisti italiani al tempo di Cesare Ratta
mostra promossa e organizzata dal Comune di Collesalvetti
Pinacoteca Comunale Carlo Servolini
Villa Carmignani, via Garibaldi, 79 – Collesalvetti (località Poggio Pallone)
30 maggio – 26 settembre
Inaugurazione giovedì 30 maggio 2024, ore 17.00
ideata e curata da:
Francesca Cagianelli e Paolo Bassano
In collaborazione con
Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, Macerata – MEDIA PARTNER
con la partecipazione dell’Archivio di Luciana Bartolini
e dell’Archivio di Luigi Servolini
catalogo SILVANA EDITORIALE
INGRESSO GRATUITO
ORARI
tutti i giovedì, ore 15.30-18.30;
sabato 1° giugno / domenica 2 giugno;
sabato 21 settembre / domenica 22 settembre;
sabato 28 settembre / domenica 29 settembre;
sabato 5 ottobre / domenica 6 ottobre;
su prenotazione per piccoli gruppi (minimo 6 persone)
info
0586 980251/252 e 392 6025703
pinacoteca@comune.collesalvetti.li.it
www.comune.collesalvetti.li.it
visite guidate gratuite su prenotazione per piccoli gruppi (minimo 6 persone)
L’Amministrazione Comunale di Collesalvetti ha l’onore di annunciare l’inaugurazione della mostra “Luigi Bartolini e gli acquafortisti italiani al tempo di Cesare Ratta”, promossa e organizzata dal Comune di Collesalvetti, ideata e curata da Francesca Cagianelli e Paolo Bassano, in programma giovedì 30 maggio 2024, ore 17.00 alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (Villa Carmignani, via Garibaldi, 79 – Collesalvetti, località Poggio Pallone / orari: tutti i giovedì, ore 15.30-18.30; sabato 1 giugno / domenica 2 giugno; sabato 21 settembre / domenica 22 settembre; sabato 28 settembre / domenica 29 settembre; sabato 5 ottobre / domenica 6 ottobre; anche su prenotazione per piccoli gruppi; visite guidate gratuite su prenotazione / info: 0586 980251/252 e 392 6025703; pinacoteca@comune.collesalvetti.li.it; www.comune.collesalvetti.li.it).
Realizzata in collaborazione con Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, Macerata / MEDIA SPONSOR, con la partecipazione dell’Archivio di Luciana Bartolini e dell’Archivio di Luigi Servolini, questa nuova importante occasione espositiva punta ad ampliare gli orizzonti dell’indagine storiografica relativa alla stagione della rinascita del Bianco e Nero in Italia nel corso dei primi tre decenni del XX secolo, in strategica continuità con la sequenza espositiva dedicata alla riscoperta dei protagonisti dimenticati dell’incisione italiana ed europea del Novecento, a partire dalle pionieristiche mostre dedicate a Irma Pavone Grotta (Irma Pavone Grotta 1900-1972. L’aristocrazia della linea nel segno de “L’Eroica”: dal simbolismo al Déco, Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, 14 febbraio -19 luglio 2014); e a Mimì Quilici Buzzacchi (Una donna tra le due guerre. Mimì Quilici Buzzacchi e l’Italia del ‘900: vedute del cuore tra xilografie, litografie ed ex libris 1923-1969, Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, 15 novembre 2018-7 marzo 2019), fino all’inedita iniziativa espositiva intitolata a Frank Brangwyn (Luigi Servolini e Frank Brangwyn al tempo dell’Eroica. Momenti della rinascita della xilografia tra Italia e Inghilterra, Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, 5 settembre-26 ottobre 2023.
Con la mostra intitolata all’acquafortista marchigiano si intende infatti incrementare la divulgazione e la valorizzazione di quella sbalorditiva ondata promozionale avviatasi sotto gli auspici di Luigi Servolini e dell’editore-tipografo Cesare Ratta (Bologna, 1857-1938), che condusse alla revisione delle classifiche allora vigenti relativamente alla schiera degli acquafortisti italiani, consolidando una volta per tutte il destino di alcuni futuri protagonisti della calcografia contemporanea, quali appunto Luigi Bartolini.
La scoperta di alcuni sensazionali documenti inediti conservato negli Archivi di Luciana Bartolini e di Luigi Servolini, cortesemente concessi in anteprima per il catalogo della mostra colligiana (Silvana Editoriale) ha consentito alcune significative acquisizioni storiografiche relative al variegato panorama editoriale del secondo e terzo decennio del Novecento, nell’ambito del quale l’artista riuscì a imporre il suo primato acquafortistico: abbondano quindi nel saggi di Francesca Cagianelli e Paolo Bassano le testimonianze relative a un sodalizio culturale, quello instauratosi a partire dalla seconda metà degli anni Venti tra Luigi Bartolini, Luigi Servolini e Cesare Ratta, germogliato sulla condivisione di un’assiomatica predilezione di quell’“estetica aristocratica individuale”, rivendicata dall’editore bolognese nel primo volume de Gli Acquafortisti italiani (Bologna 1928), ma ribadita nelle successive imprese tipografiche, finalizzate a promuovere tra gli altri, al fianco di una nutrita serie di acquafortisti, anche Carlo Servolini, senza contare l’esito del “Quaderno” del 1935, coincidente con l’omaggio strategico allo stesso Luigi Servolini, cui viene concesso l’onore della copertina.
Impossibile quindi non includere i capisaldi editoriali di Cesare Ratta tra le voci bibliografiche più cruciali ai fini della lievitazione della fortuna bartoliniana, se è vero che il coinvolgimento dell’acquafortista nel progetto ordito dal bolognese non solo contribuì al consolidamento della sua statura artistica al di là di qualsiasi eventualità “di scuola e di tendenza”, ma coincise anche con l’attenuazione delle tensioni intercorse tra l’artista e il caustico fronte degli strapaesani Soffici e Maccari, e quindi con il successivo approdo all’officina di Vallecchi, trampolino di lancio per quell’avventura illustrativa confluita nell’edizione della Passeggiata con le ragazze, di cui vengono ricostruite in catalogo con dovizia di documentazione le diverse fasi ideative e le significative congiunture storiche.
A illustrare la parallela vicenda della pubblicazione della raccolta di racconti della Passeggiata con la ragazza, esordio letterario di Bartolini affidato all’editore Vallecchi, sfileranno in mostra tre rare acqueforti degli anni Venti – Le ruote del Chienti, Fonte maggiore lunga e Festa in campagna – dalle quali Bartolini trasse le illustrazioni del volume, affidate a particolari di quelle incisioni che avrebbero dovuto restituire momenti di vita marchigiana, in un efficace parallelismo tra immagini e narrazione letteraria.
Molte delle acqueforti di Bartolini pubblicate da Ratta in quegli anni saranno visibili in mostra, a cominciare dall’impressionante Caricatura dei sogni che Bartolini espose nel 1927 alla mostra romana degli Amatori e Cultori, seguita da Lettore del giardino pubblico, presentata l’anno successivo alla XVI Internazionale di Venezia, e inoltre da Figura meschina dei lepidotteri imbalsamati e da La Riva del mare, parodia quest’ultima della piccola borghesia paesana approdata ai litorali marini.
Figureranno in mostra anche il raffinato ex libris de Il solitario, pubblicato da Ratta nell’antiporta della monografia del 1928, così come la preziosa, quanto piccola acquaforte metafisica de Il granchio, dalla quale Bartolini progettò di trarre un ex libris che Ratta riprodusse nel 1930 nel volume Cento ex libris.
Le vicende della crescente fortuna bartoliniana nel panorama dell’arte incisoria italiana e del connubio con le edizioni di Cesare Ratta potranno essere ripercorse nella sequenza delle sue acqueforti più famose e ricercate: dai capolavori della fine degli anni Venti – Il grillo del focolare (o Satira), La ragazza alla finestra, Tomatoes, Il mazzetto, Il campo di grano – fino a Ricordo di una passeggiata in campagna, per la quale Bartolini ottenne il premio ex aequo con Giorgio Morandi e con Umberto Boccioni alla Prima Mostra dell’Incisione Italiana moderna di Firenze del 1932, e ancora alle acqueforti della piena maturità artistica, concepite negli anni del confino a Merano - Scarabeo Ercole, Storia del Martin Pescatore, La buonanotte, Modelle in attesa - che Bartolini espose nell’ampia rassegna che gli fu riservata alla seconda edizione della Quadriennale di Roma del 1935, tre delle quali Ratta pubblicherà nelle ultime edizioni dei Quaderni, del Congedo e degli Artisti dell’Ottocento e del Novecento.
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni, la prima delle quali, intitolata Dalle imprese di Cesare Ratta all’officina di Vallecchi: Luigi Bartolini e il sogno di un’avventura per l’arte editoriale italiana, esemplifica attraverso alcune icone della produzione acquafortistica bartoliniana degli anni Venti le tappe più emblematiche della fortuna editoriale del marchigiano, in primis la cartella edita dal Ratta nel 1928, accompagnata da una programmatica Antilettera, volta a consacrarsi nei termini di “un ottimista innamorato di tutto conoscere”, la cui “ebbrietà panica” – per citare Raffaello Biordi - è in grado di partorire capolavori quali Fonte Maggiore, per poi divagare verso orizzonti di diversa idealità, come nel caso dello stupefacente episodio de La caricatura dei sogni.
La seconda sezione, dal titolo “Il mio geroglifico pieno di ispirazione”: Luigi Bartolini e la consapevolezza del primato acquafortistico dalle Carte Parlanti alla grande Quadriennale Romana, ripercorre le testimonianze incisorie più eclatanti degli anni Trenta, quando il marchigiano si impone quale protagonista del panorama incisorio italiano, anche a seguito di alcune prestigiose tappe espositive, quali in particolare la XVII Esposizione Biennale internazionale d’arte di Venezia, del 1930 e la Prima Mostra dell’Incisione Italiana moderna di Firenze del 1932, nonché della definitiva acclamazione da parte della critica, basti pensare a Gino Visentini che sulle pagine di “Rassegna dell’Istruzione Artistica” evoca “una specie di telegrafia poetica” (Visentini 1932).
La terza sezione, infine, dedicata a una selezione dei protagonisti dell’acquaforte italiana attestati nelle numerose imprese tipografiche curate da Cesare Ratta, si intitola La rinascita del Bianco e Nero: un “nuovo corpus ricchissimo” di acquafortisti italiani “in piena libertà di scuole e di tendenza” e riassume, tra Ottocento e Novecento, tutto un filone di quel risorgimento grafico che intendeva prescindere dalle classifiche varate dalla critica ufficiale, rivendicando per la prima volta in Italia il dominio di un criterio di classificazione storica votato all’interezza delle manifestazioni incisorie contemporanee.
Si susseguono dunque, a seguito dell’astro fattoriano, e a fianco di alcuni interpreti del rinnovamento acquafortistico, quali Francesco Chiappelli, Giovanni Costetti, Benvenuto Disertori, Raoul Dal Molin Ferenzona, Umberto Vittorini, Giuseppe Viviani, anche alcuni dotatissimi dimenticati, cui si è inteso non a caso dare la precedenza, in omaggio ai rivoluzionarsi criteri impartiti da Ratta: è il caso di outsider labronici quali Irma Pavone Grotta, raffinata tempra di xilografa formatasi nel culto di Félix Bracquemond, e quindi di Carlo Servolini, artista cult del nostro territorio, la cui icona acquafortistica conclude emblematicamente il percorso espositivo, recitando le ragioni della mostra.
A latere delle tre sezioni caratterizzanti l’inedita specificità del percorso espositivo colligiano, si prevede un’ampia e preziosa sezione documentaria, curata da Francesca Cagianelli e Paolo Bassano, inaugurata dalla copertina del Sesto e Settimo Quaderno curato da Cesare Ratta nel 1935: Un po’ di tutto (Collezione dei “Quaderni Ratta”, 135 disegni, 32 artisti, Acqueforti, Litografie, Oli, Sculture, Disegni, Bologna), emblematicamente riservata a Luigi Bartolini, la cui xilografia riportata in copertina costituisce un’ideale ouverture per il pubblico della mostra.
Saranno poi esposti altri rarissimi volumi dell’editore bolognese, contenenti ex libris e acqueforti di Bartolini, molti dei quali inediti all’epoca, ovvero fino al traguardo della pubblicazione nelle edizioni curate dal tipografo bolognese, in primis l’edizione risalente al 1928 di 10 acqueforti e 22 disegni dell’artista, fra i quali apparve per la prima volta l’incisione Figura meschina dei lepidotteri imbalsamati (o Farfalle del museo), la più celebrata fra quelle eseguite nella prima metà degli anni Venti.
Vero e proprio fulmen in clausula della sezione documentaria è quel “canto del cigno” concepito da Ratta, Congedo. Xilografie – Acqueforti – Acquarelli – Tricromi e – Litografie -Pitture a olio-Ex-Libris-Elementi decorativi-Bianco e nero-partecipazioni ecc. (Bologna 1937), dove, oltre a ben 11 incisioni bartoliniane, si poteva visionare un’incisiva recensione di Luigi Servolini (da “Corriere Adriatico”, 20 giugno 1937) intitolata ai “quindici anni di intensa attività editoriale, coraggiosa e generosa” di Ratta, scanditi da “raccolte antologiche, dunque, ma pingui e sovrabbondanti”, nell’ambito delle quali si evidenziava con particolare enfasi l’impresa editoriale dedicata per l’appunto a Bartolini, ovvero “la ricca serie di originali e modernissime incisioni di Luigi Bartolini, di una potenza espressiva così rigorosa e profonda che le mette sul medesimo piano dei più bei saggi antichi e moderni che si conoscano di questa stupenda arte”.
La mostra sarà affiancata da un Calendario Culturale dal titolo “IL RISORGIMENTO DELLE ARTI: LUIGI BARTOLINI E LE STRATEGIE RECORD DI CESARE RATTA”, dedicato a inediti focus sulla fortunata, ma ancora scarsamente nota stagione della rinascita del Bianco e Nero in Italia: si parte con la conferenza di Paolo Bassano, dal titolo Luigi Bartolini e Cesare Ratta: “i due anarchici celesti” e si conclude con l’intervento di Francesca Cagianelli dal titolo Itinerari di Cesare Ratta tra i Labronici del Novecento.
Il catalogo della mostra sarà distribuito gratuitamente
in occasione degli eventi del Calendario Culturale colligiano