
Se Livorno vanta 101 medaglie olimpiche, e dunque è, nello sport, una delle città più vittoriose d’Europa, non si può certo dire che nella classifica della criminalità possa inorgoglirsi.
Livorno è nona, tra 106 città italiane. Roba da non crederci, quando fino a qualche anno fa potevamo tenere aperta la porta di casa senza aver timore di una rapina improvvisa. Il Sole 24 Ore, autorevole e conosciuto giornale italiano, ha stilato una CLASSIFICA che ci piazza tra i primi posti nell’indice della criminalità del 2020. Perché questo imbarbarimento? Da cosa dipende questo aumento vertiginoso dei crimini commessi nella nostra città? Dovremmo andare a scavare a fondo, soprattutto nella disorganizzazione di passate strutture politiche che hanno sempre pensato che “a Livorno non succedono certe cose”. E invece succedono eccome. Molti pensano che le Forze dell’Ordine, tutte, non siano all’altezza di contrastare i crimini. Niente di più falso. Sono molte (Covid attuale a parte) le conferenze alle quali i giornalisti partecipano, con la polizia, i carabinieri, i finanzieri, il Questore e via dicendo, e sappiamo bene come funzionano le cose: loro indagano, scoprono e arrestano. Fanno il loro sacrosanto dovere, poi la Giustizia fa il suo. Male. Molto male. Molti dei criminali (se non quasi tutti) sono agli arresti domiciliari (cosa che fa ridere), poi immancabilmente tornano a fare il loro comodo. Cioè rapinare, spacciare, violentare…
Dunque non è un problema delle Forze dell’Ordine, ma della Giustizia: lenta, farraginosa, spesso “ingiusta”, incapace, burocraticamente avvilente. Non ci sentiamo più sicuri nella nostra bella città, abbiamo paura. E questo è un brutto segno, di disumanizzazione, di superficialità. La percentuale più alta dei crimini è tristemente appannaggio di extra-comunitari (e non solo), con o senza permesso di alcun tipo, seguiti poi da altri criminali di Paesi dell’UE. Questo vuol dire che i livornesi sono tutti bravi e buoni ed è solo colpa degli stranieri? No di certo. Nelle conferenze e nei comunicati che polizia e carabinieri ci inviano, ci sono sempre livornesi (o italiani in genere) coinvolti. Una sorta di criminalità organizzata internazionale, ormai. Sono le istituzioni che devono risolvere il problema, il Sindaco, i giudici, tutti insieme. Forse che molti criminali sono ai domiciliari perché il carcere de Le Sughere non basta più? Troppi soldi per costruire un’altra casa circondariale? Devono essere trovati. Livorno si sta ingrandendo, la popolazione è aumentata, adesso serve qualcosa di più. Il vestito è stretto. Da adesso in poi ci dovremmo occupare della sicurezza, soffocare pian piano la criminalità e raggiungere gli ultimi posti in classifica. L’ultimo posto è onorevolmente occupato da Oristano. Complimenti.
Tutti noi, cioè chi si occupa di giornalismo, di notizie, di amore per la propria città siamo pronti a dare una mano al Sindaco o al Questore per far sì che la gente non abbia più paura di camminare per strada o si aspetti che qualcuno entri in casa per rapinarla.