Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’. Hai visto 2021 cos’ha combinato tuo padre quest’anno? Ci ha regalato una bella pandemia, terremoti, alluvioni e morti. Tante morti. Lacrime, tante lacrime, sia per le persone care che non ci sono più, sia per tutti quelli che hanno perso il lavoro, per quelle fabbriche e aziende che hanno chiuso i battenti e le tante attività commerciali che hanno abbassato per sempre la saracinesca. Caro 2021, forse il 2020, cioè tuo padre, qualcosa ci ha insegnato: ci ha fatto capire che noi esseri umani siamo fragili e che basta manipolare la natura per vederla ritorcersi contro. Chissà se saremo migliori nelle braccia dei tuoi mesi futuri. Chissà se ci servirà di lezione questo virus maledetto. Onestamente ho i miei dubbi, perché l’Uomo, e la Donna dimenticano facilmente, e quando questo Covid sarà passato continueremo a costruire come prima, a tagliare gli alberi dell’Amazzonia, a costruire case dove non si dovrebbe. Possibile che non riusciamo a realizzare che questa nostra Terra è fragile quanto noi e che dovremmo rispettarla visto che qui ci siamo in affitto, anzi, che questa Terra ci ha ospitato gratuitamente? E noi non siamo riconoscenti. Isole di plastica negli oceani, smog, succhiamo il petrolio come i vampiri succhiano il sangue, centrali atomiche, armi, bombe, guerre, distruzioni. E morte. Come se la nostra vita valesse quanto un soldo bucato.
In ogni caso, caro 2021, noi speriamo che farai un buon lavoro, insieme a noi poveri e incoscienti esseri umani, speriamo che ci porterai buone notizie e che non prenderai esempio da tuo padre.
Noi ti promettiamo di essere migliori, di essere più tolleranti, più vicini alla natura e più rispettosi del prossimo. Più rispettosi dei nostri vecchi, degli ammalati, dei diversi, dei bambini e delle donne.
Auguri a tutti, e non ci dimentichiamo di chi verrà dopo di noi: lasciamo loro un mondo più sano e più pulito.