Le Fiamme Gialle del Gruppo di Livorno, avvalendosi dei poteri di polizia valutaria e giudiziaria attribuiti al Corpo, hanno concluso una complessa indagine condotta nei confronti di nr. 4 agenzie “money transfer” dislocate nei comuni di Livorno, Cecina (LI) e Grosseto, denunciando i rispettivi titolari ritenuti responsabili, allo stato, dei reati di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497-bis c.p.), ricettazione (art. 648 c.p.), mancata osservanza degli obblighi di adeguata verifica della clientela previsti dall’attuale normativa in materia di prevenzione e contrasto dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e finanziamento del terrorismo (art. 55 commi 1 e 3 d.lgs. 231/’07).
L’indagine trae origine da un’accurata attività info-investigativa condotta sul territorio labronico, culminata con l’individuazione e la sottoposizione a controllo di due fratelli pakistani titolari di altrettante ditte individuali “money transfer”, connotate da molteplici e significativi allert di rischio. I successivi approfondimenti operativi consistiti nell’analisi dei conti correnti e della documentazione contabile e extra-contabile acquisita in sede di perquisizioni locali e informatiche presso i quattro punti vendita, hanno, infatti, permesso di acclarare come i due fratelli al fine di garantire l’anonimato ai propri clienti ed eludere la normativa antiriciclaggio che grava sui servizi di rimessa di denaro, avessero utilizzato i dati e l’identità di persone ignare e/o clienti occasionali cui intestare fittizie transazioni di trasferimento di denaro.
I Finanzieri hanno quindi sentito in atti i numerosi clienti delle agenzie “money transfer” ispezionate i quali, in alcuni casi, hanno disconosciuto i trasferimenti di denaro registrati a loro nome affermando di non aver mai effettuato tali operazioni presso il punto vendita in questione mentre, in altri, hanno dichiarato di aver effettuato solo alcune delle operazioni di trasferimento di denaro che, invece, risultavano annotate a loro nome.
L’attività di polizia giudiziaria eseguita, nel cui complesso sono state monitorate nr. 24.989 operazioni di trasferimento di denaro per un importo inviato complessivamente pari a 5.679.144,63 euro, ha, dunque, consentito di portare alla luce un vero e proprio sistema di frode messo in atto dai due fratelli pakistani che prevedeva l’attribuzione simulata delle somme da trasferire al di fuori dei confini nazionali a soggetti diversi da quelli reali, al fine di garantire l’anonimato agli esecutori delle rimesse di denaro. Il disegno criminoso è stato realizzato mediante l’illecita utilizzazione di documenti identificativi falsi, rubati o smarriti nonché dei dati anagrafici di soggetti del tutto ignari delle operazioni finanziarie agli stessi intestate, quali formali mittenti delle rimesse di denaro in questione.
A conclusione dell’attività d’indagine esperita sono state riscontrate nr. 534 illecite operazioni di trasferimento di denaro per un importo complessivamente pari ad € 228.405,04 mentre i due fratelli venivano denunciati alla locale Procura della Repubblica per le ipotesi di reato in incipit indicate oltre ad essere segnalati all’Organismo degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi (OAM) per la conseguente cessazione dall’esercizio dell’attività.
Il servizio svolto testimonia il fondamentale ruolo svolto dalla Guardia di Finanza anche per quanto concerne l’attività di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni in danno dei mercati finanziari e mobiliari nonché il contrasto alle illecite movimentazioni di capitali, valute, titoli e mezzi di pagamento nazionali ed esteri.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Livorno (art. 5, comma 1, D.lgs. n. 106/2006, come introdotto dall’art. 3 del D.lgs. n. 188/2021).