Dopo le indagini svolte dalla Squadra Mobile livornese, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica, il GIP del Tribunale di Livorno ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere per la madre, originaria del centro America, classe 1985, del piccolo Marcus, morto all'età di due anni e mezzo, nella notte tra il 16 e il 17 agosto scorso, a causa dei politraumatismi riportati in varie parti del corpo. La versione dei fatti fornita dalla donna per cui il bambino si sarebbe sentito male nella notte, dopo che nel pomeriggio precedente era caduto due volte da uno scivolo in un parco giochi di Tirrenia - è stata giudicata priva di alcuna base logica e contrastante con i dati emersi dalle indagini. Determinanti le risultanze degli esami medico legali, che hanno evidenziato gravissime lesioni riportate dal bimbo, che gli avrebbero impedito di muoversi autonomamente. Gli investigatori hanno ricostruito i numerosi spostamenti effettuati dalla donna col piccolo al seguito; in particolare, il bimbo, seguendo la madre, sarebbe entrato, nel pomeriggio del 16 agosto, in un condominio in zona Borgo Cappuccini, uscendone, in braccio alla donna, dopo oltre 11 ore, probabilmente già morto. L'ipotesi degli investigatori, allo stato ritenuta dal Gip supportata da elementi indiziari di elevata gravità, è che il decesso sia attribuibile a un'azione volontaria, assai probabilmente la caduta dall'alto all'interno del condominio. Ulteriori elementi potranno emergere dagli esiti degli accertamenti di Polizia Scientifica sui reperti di presumibile natura biologica sequestrati dagli investigatori all'interno del condominio. L'indagata avrebbe dovuto riportare il piccolo Marcus, al termine di un periodo di vacanza trascorso con lei, al padre del bambino, suo affidatario esclusivo, proprio il giorno in cui invece Marcus sarebbe stato ucciso proprio da lei. Già nel procedimento civile svoltosi dinanzi al Tribunale di Torino — luogo in cui il piccolo viveva, così come i suoi genitori — erano emersi disturbi di personalità dell 'indagata, che il GIP ha ritenuto pericolosa e nei cui confronti ha ravvisato, oltre al pericolo (concreto ed elevato) di fuga, anche il rischio di reiterazione dei reati. La donna, rintracciata nella mattinata odierna dai poliziotti livornesi a Torino, è stata arrestata e condotta nel carcere "Don Bosco" di Pisa, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Nei prossimi giorni si terrà l'interrogatorio di garanzia. E doveroso precisare che si è ancora in fase di indagine e vige la presunzione di non colpevolezza fino alla condanna definitiva.