Dopo un mese di indagini, fatte di ricostruzioni testimoniali, individuazioni fotografiche, riscontri oggettivi, analisi di filmati ed approfondita conoscenza del territorio, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Portoferraio hanno identificato 5 giovani, tutti di età compresa tra i 20 e i 25 anni, ritenuti responsabili della violenta rissa scatenatasi la notte del 20 luglio sulla terrazza di un noto locale di Capoliveri nel corso di una serata di musica trap.
Quella notte è accaduto un gravissimo episodio, immortalato in un video circolato e diventato in pochi giorni virale sulla rete, che aveva suscitato molte indignazioni anche nella classe politica locale che aveva espresso il proprio sdegno agli organi di stampa. Nel filmato si vedeva chiaramente una rissa tra alcuni giovani, culminata con un calcio violentissimo sferrato al viso di un ragazzo già steso in terra e incosciente.
I Carabinieri, non appena venuti a conoscenza del video hanno avviato di iniziativa le indagini del caso, ancora prima di ricevere eventuali querele, ritenendo i fatti particolarmente gravi.
Le indagini, che sono state condotte dagli uomini dell’Aliquota Operativa del NORM di Portoferraio, hanno permesso di identificare compiutamente i 5 presunti responsabili della rissa, tutti italiani, alcuni dei quali con precedenti per simili fatti: si tratta di 4 giovani di Porto Azzurro e uno di Portoferraio. Per loro l’accusa è di rissa aggravata dalle lesioni e dai futili motivi, con pene che possono raggiungere anche i 6 anni di reclusione.
Per tutti e 5 è scattata anche la misura di prevenzione del divieto di accesso e stazionamento al locale ove è avvenuto l’evento per un periodo compreso tra i 12 e i 24 mesi, emessa su proposta dei carabinieri.
Le indagini dei militari si sono ulteriormente allargate ed hanno permesso di appurare anche alcune violazioni amministrative a carico dell’agenzia a cui era stata affidata la sicurezza nel locale; sono state infatti elevate sanzioni per oltre 3.000 euro in quanto un addetto alla sicurezza non era iscritto all’albo provinciale della Prefettura.