L’uomo era già sottoposto al Divieto di Dimora nel Comune di Livorno per aver compiuto atti persecutori nei confronti di una donna.
Il personale della Squadra Mobile della Questura di Livorno nel pomeriggio del 28 novembre ha dato esecuzione alla misura cautelare personale del Divieto di Avvicinamento alla parte offesa a carico di un giovane straniero, già sottoposto al Divieto di Dimora nel Comune di Livorno, per aver compiuto atti persecutori nei confronti di una donna livornese, con la quale aveva intrapreso una relazione sentimentale, frequentando, seppur sporadicamente, la casa della vittima e riconducibili a vari motivi: dalla gelosia alla richiesta di denaro. L’esistenza di contrasti interni alla coppia era stata segnalata alle Forze dell’Ordine dalla stessa parte offesa, da una amica e dai vicini di casa, che spesso assistevano a litigi anche molto violenti, tanto da richiedere, in più occasioni, l’intervento delle forze di Polizia.
In una occasione l’uomo, dopo aver sfondato la porta d’ingresso dell’abitazione della donna, le aveva scagliato contro un televisore, che, rompendosi, le aveva provocato una ferita da taglio ad un braccio. In un’altra occasione lo stesso, introdottosi a casa della parte offesa, l’aveva aggredita con uno storditore e successivamente minacciata di morte con un coltello alla gola. Anche in tale occasione era intervenuta una pattuglia della Polizia, ma all’arrivo l’uomo si era già dileguato.
Infine, pochi giorni fa, una passante aveva notato una giovane che correva per strada chiedendo aiuto, inseguita da un uomo armato di coltello; la testimone, a bordo di ciclomotore, si fermava facendola salire a bordo del mezzo e ripartendo velocemente. Poco dopo interveniva una pattuglia, ma lo straniero aveva già fatto perdere le proprie tracce.
A seguito dei vari gravi episodi accaduti, il GIP del Tribunale di Livorno, su richiesta della Procura della Repubblica, si determinava per l’emissione di una ordinanza di misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla parte offesa, dando al contempo l’autorizzazione per il suo accompagnamento ad un centro per il rimpatrio nello Stato di provenienza.
Lo straniero veniva rintracciato a casa della vittima che, inviando una e-mail di aiuto, avvisava della sua presenza all’interno della propria abitazione.